Aula di lettere

Aula di lettere

Percorsi nel mondo umanistico

Sezioni
Accad(d)e che
Come te lo spiego
Interventi d'autore
Il passato ci parla
Sentieri di parole
Nuovo Cinema Paini
Storia di oggi
Le figure retoriche
Gli antichi e noi
Idee didattiche digitali
Le parole dei media
Come si parla
Dall'archivio
Tutti i temi del mese
Materie
Italiano
Lettere classiche
Storia e Geografia
Filosofia
Storia dell'arte
Scienze umane
Podcast
Chi siamo
Cerca
Storia e Geografia

La politica italiana 2008-2014 (gennaio 2014)

leggi

Primarie Le «primarie» sono elezioni in base alle quali un partito – attraverso i suoi iscritti e/o i suoi elettori – individua il candidato o i candidati a determinate cariche di partito oppure pubbliche. Negli Stati Uniti le primarie hanno una storia ormai secolare e vengono tuttora utilizzate su scala locale, nazionale e federale. Al loro livello più alto le primarie Usa servono a selezionare, all’interno del Partito democratico e del Partito repubblicano, i candidati che si sfideranno per la presidenza della Repubblica. In Italia le primarie hanno preso piede in anni recenti. Esse sono state utilizzate in particolar modo dal Partito democratico (Pd) per eleggere il segretario di partito, il candidato premier e i candidati parlamentari. In questi ultimi due casi, esse sono state in realtà «primarie di coalizione». Hanno cioè coinvolto gli iscritti e gli elettori dei partiti (al plurale) che si sono «apparentati» per le elezioni. Governo tecnico Con l’espressione «governo tecnico» si indica un governo la cui composizione e le cui finalità non rispondono, quanto meno immediatamente, alla normale dialettica politico-partitica, ma a particolari situazioni di stallo e/o di emergenza di un dato sistema politico che richiedono – o sembrano richiedere – l’intervento di «tecnici», vale a dire di figure di esperti super partes per il governo della cosa pubblica. In Italia il governo Ciampi (1993-94) e il governo Monti (2011-2013) sono stati governi tipicamente «tecnici», in entrambi i casi voluti dal presidente della Repubblica. I governi «tecnici» sono tali sino a un certo punto. Essi, infatti, devono comunque rispondere del proprio operato di fronte al Parlamento e ai partiti in esso rappresentati. Porcellum «Porcellum» è il nome con cui si indica comunemente la legge elettorale, varata dal centrodestra nel 2005, che ha disciplinato le elezioni politiche del 2006, del 2008 e del 2013. Il termine è stato coniato dal politologo Giovanni Sartori dopo che lo stesso relatore della legge in Parlamento, Roberto Calderoli, la definì, all’indomani della sua approvazione, una «porcata». Il Porcellum dà forma a un sistema elettorale di tipo proporzionale fortemente corretto, però, da un articolato sistema di premi di maggioranza per le formazioni politiche più forti e di soglie di sbarramento per quelle più deboli. Esso attribuisce un premio di maggioranza (il 55% dei seggi) al partito o alla coalizione di partiti che abbia ottenuto la maggioranza dei voti. Il premio, a sua volta, viene calcolato su scala nazionale per la Camera e regionale per il Senato, con esiti poco prevedibili per la composizione del Senato e quindi per gli equilibri complessivi tra le due Camere. Quanto alle soglie di sbarramento, il Porcellum favorisce i partiti che si coalizzano rispetto a quelli che corrono da soli. Anche in questo caso con soglie differenti alla Camera e al Senato. Accanto ad altri dispositivi variamente criticati – tra questi l’istituzione di una circoscrizione «estero» per gli italiani residenti fuori dal Paese – una delle norme più contestate del Porcellum è l’introdu­zione della «lista bloccata». In base ad essa, infatti, si sottrae all’eletto­re la possibilità di esprimere preferenze per singoli candidati e lo si obbliga a votare una lista preconfezionata dai partiti. La norma, invero, può essere aggirata attivando processi di democrazia interna ai partiti, come ha fatto ad esempio il Pd con le primarie per i propri candidati al Parlamento. Nel dicembre 2013 il Porcellum è stato dichiarato incostituzionale dalla Consulta. Con ogni probabilità esso sarà sostituito da una nuova legge elettorale su cui si è aperto, nel gennaio 2014, un aspro dibattito tra le forze politiche. Agenzie di rating Sono agenzie private che emettono giudizi e valutazioni sullo «stato di salute» di paesi, banche, società, aziende e titoli quotati in borsa. Esse hanno un ruolo decisivo nel fornire informazioni sui mercati finanziari e sono dunque in grado di condizionare, su scala nazionale e globale, gli orientamenti degli investitori. Le tre agenzie di rating più influenti a livello globale sono Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch.

Devi completare il CAPTCHA per poter pubblicare il tuo commento