«[…] Lou, se muoio laggiù, ricordo che s'oblia, Qualche volta ricordati gli istanti di follia, Di giovinezza e amore e d'inesausto ardore, Il mio sangue è la fonte ardente della gioia! E sii la più felice perché sei la più bella, O mio unico amore e mia grande follia! La luce langue Ora presento Un lungo, lungo destino di sangue».
Guillaume Apollinaire, 1915 (trad. it. di Claudio Rendina)
Con l’isocolo (l’accento è sulla seconda “o”) prendiamo delle parole, delle frasi o dei pezzi di frase e li mettiamo in fila per due o per tre (ma a volte anche per quattro…): così facendo, creiamo un parallelismo tra i termini che stiamo usando, li mettiamo tutti sullo stesso piano. Per esempio, guardate questo strillo del “New York Times”:«Accuratezza. Credibilità. Imparzialità»
Fa un parallelismo tra i concetti di accuratezza, credibilità e imparzialità: per il giornale si tratta di tre caratteristiche fondamentali che hanno bisogno di essere messe in evidenza e accostate. Nella fattispecie, questo isocolo è un tricolon, vale a dire un isocolo a tre membri. Sono tricolon, per esempio, il motto della Rivoluzione francese «Liberté Egalité Fraternité» e la triade di domande esistenziali che rimarranno per sempre senza risposta: «Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo?». Esistono isocoli a due membri: Montale scriveva che poteva dirci soltanto «Ciò che non siamo e ciò che non vogliamo», ma anche la pubblicità ne usa di frequente: c’era per esempio quel caffè il cui motto era «Più lo mandi giù, più ti tira su», e siamo invasi da campagne promozionali che promettono «Prendi tre, paghi due». Crediti immagini Apertura: Flickr Box: Wikimedia Commons