Da «bipolare» a «tripolare». L’Italia politica del 2013. Negli ultimi cinque-sei anni il sistema politico italiano ha mutato radicalmente la propria fisionomia. Al di là dei dettagli, le principali differenze tra l’Italia politica del 2008 e quella del 2013 sono riconducibili a un dato molto semplice ma estremamente problematico: alla crisi dell’assetto «bipolare» che sin dal 1994, e ancora nel 2008, caratterizzava il sistema politico italiano e all’emergere di un nuovo e assai complicato assetto «tripolare». A dare sostanza a questa trasformazione, manifestatasi in modo dirompente alle elezioni del 2013, sono stati per un verso il netto ridimensionamento dei due tradizionali poli di centrodestra e di centrosinistra e per un altro verso la straordinaria ascesa di una terza formazione politica dai caratteri molto particolari, il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.
Le cause della trasformazione del sistema politico italiano...Molteplici fattori hanno contribuito a determinare questa radicale ristrutturazione del nostro sistema politico. Il più importante è stato la grande crisi economica che dal 2007-2008, a partire dagli Stati Uniti, ha investito l’eurozona e, intorno al 2011, anche il nostro Paese, producendo acuto disagio sociale e fortissime tensioni in equilibri politici consolidati da tempo. Nello stesso senso hanno agito i vincoli sempre più stringenti imposti, proprio nel quadro della crisi, dall’Unione europea ai singoli Stati nazionali europei, compreso il nostro. Accanto a questi fattori esterni, hanno giocato un ruolo decisivo anche fattori interni. Tra i più rilevanti, la persistente instabilità del sistema politico; la sua incapacità di fornire risposte efficaci non solo all’emergenza della crisi economica, ma anche all’esigenza di riforme strutturali da tempo all’ordine del giorno; e ancora, il dilagare di una corruzione di livello ormai patologico, che ha coinvolto una parte assai ampia della classe politica nazionale e locale.
... e i suoi effetti. Oggi la fase più acuta della crisi economica è ormai alle spalle, nonostante i pesanti strascichi che essa ha lasciato nel Paese. Nel frattempo, l’Italia politica è drasticamente cambiata. La disaffezione dei cittadini nei confronti della politica ha raggiunto livelli di guardia. Al tempo stesso, il sistema politico, diviso fra tre grandi minoranze in ultima analisi incompatibili, appare per vari aspetti «bloccato», nonostante la relativa tenuta – almeno per ora – del «governo delle larghe intese». Se a tutto ciò aggiungiamo ancora le trasformazioni che nell’ultimo scorcio del 2013 e al principio del 2014 hanno iniziato a prendere forma nel centrodestra, con la scissione del Popolo della libertà, e nel centrosinistra, con l’ascesa alla segreteria del Partito democratico di Matteo Renzi, è difficile sottrarsi all’impressione che si stia chiudendo una fase forse irripetibile della storia politica italiana. Non è però affatto chiaro che cosa ci attende: se un lungo e difficile periodo di transizione, una riedizione più o meno rinnovata della «seconda Repubblica» oppure, ancora, il passaggio a una nuova e per ora assai incerta «terza Repubblica».