Aula di Lettere

Aula di Lettere

Percorsi nel mondo umanistico

Sezioni
Accad(d)e che
Come te lo spiego
Interventi d'autore
Il passato ci parla
Sentieri di parole
Nuovo Cinema Paini
Storia di oggi
Le figure retoriche
Gli antichi e noi
Idee didattiche digitali
Le parole dei media
Dall'archivio
Tutti i temi del mese
Materie
Italiano
Lettere classiche
Storia e Geografia
Filosofia
Storia dell'arte
Scienze umane
Podcast
Chi siamo
Cerca
Le forme di governo

Divinità malconce e indignate: i re dell’antropologia

Claudio Fiocchi si sofferma sul rapporto tra potere e monarchia esponendo la teoria di Graeber e Sahlins del metaumano e l’idea di nascita dello stato di Marvin Harris.

leggi

Se le monarchie sono presenti sulla scena politica da quando esistono testimonianze storiche delle società umane, allora il loro rapporto con il potere è forse più fondamentale di quello di ogni altra forma di Stato. Su questo assunto si basa una delle più recenti e interessanti analisi del potere proposte dall’antropologia.

Il potere regale e il controllo delle risorse

Come formulare ipotesi sul passato degli esseri umani, quando mancano non solo fonti scritte, ma anche reperti sufficienti? Per rispondere a questi interrogativi gli antropologi scandagliano azioni e credenze delle società tradizionali, lontane dalla tecnologia industriale. L’assunto di partenza è che sia possibile comparare culture molto distanti tra loro nel tempo e nello spazio, assunto confortato da numerose evidenze (senza per questo immaginare uno sviluppo univoco e necessario delle società e delle culture).
Negli anni Settanta un antropologo attento alla dimensione economica, Marvin Harris, ha proposto un’ipotesi suggestiva nel volume Cannibali e re. Le origini delle culture (Feltrinelli, Milano 2013) . La nascita dello Stato sarebbe legata alla redistribuzione delle eccedenze alimentari e, insieme con lo Stato, sarebbero comparse le figure dei primi monarchi. In origine, non sarebbero state che figure dal potere limitato, la cui funzione era quella di controllare le eccedenze alimentari in dati periodi. La transizione da questo ruolo limitato a quello di re non è chiara, ma a provocarla potrebbero essere stati il bisogno di controllare attività di più villaggi, la necessità di difendersi da nemici, il coordinamento di attività agricole su ampie superfici. In questo modo, come ribadisce il sociologo Michael Rush in Politica e società. Introduzione alla sociologia politica (Il Mulino, Bologna 2007) , tra potere politico e territorio vi è un legame strettissimo.

In principio c’erano i metaumani

Questo aspetto “materiale” viene ora indagato in una prospettiva più culturale alla luce di una massa di indagine settoriali che si sono accumulate nel corso degli ultimi decenni. È la proposta avanzata da David Graeber e Marshall Sahlins nel corposo volume Il potere dei re. Tra cosmologia e politica (Raffaello Cortina, Milano 2019), dove sono raccolti alcuni saggi dei due autori su casi specifici, accompagnati da una introduzione (di entrambi) e una conclusione (del solo Graeber) dal taglio più generale. Lo scopo di questo lavoro, afferma Graeber, è proporre una “archeologia” della regalità, ossia una ricostruzione delle sue origini.
In questo senso, è emblematica l’affermazione: «Lo stato di natura ha la natura di uno Stato», con cui Graeber et Sahlins sovvertono la tradizione giusnaturalistica sei-settecentesca, che immagina la nascita dello Stato attraverso la frattura con una condizione naturale di assenza di potere politico. Le società “tradizionali”, persino se “acefale” (prive di una gerarchia politica) sono in realtà immerse in un mondo complesso, spiegano Graeber e Sahlins, nel quale degli esseri metaumani governano l’esistenza degli uomini. Questi esseri metaumani, che nel nostro linguaggio chiamiamo Dei o spiriti, sono i veri governanti di una comunità. Essi possiedono quella che chiamiamo sovranità, ossia secondo le parole di Graeber “un potere di comando”, capace di imporre regole e ordine, ma che ha in sé elementi di arbitrio.

Qui trovi una biografia di Sahlins https://www.treccani.it/enciclopedia/marshall-sahlins/
Qui trovi un articolo sul lavoro intellettuale e l’impegno di Graeber https://www.repubblica.it/esteri/2020/09/04/news/morto_a_59_david_graeber_l_antropologo_anarchico_statunitense_che_ispiro_occupy_wall_street-266188534/
I due autori sono recentemente scomparsi.

Sovranità a tempo

Qualcosa di questo potere si trasferisce negli uomini che svolgono alcune funzioni pubbliche, ma limitatamente a un dato periodo dell’anno e/o in certe cerimonie o attività. Si tratta in ogni caso di un potere che non è riconosciuto come proprio da figure come gli sciamani (intermediari tra dei e uomini), re della pioggia, poliziotti stagionali: si tratta di un potere la cui fonte è riconosciuta negli esseri metaumani e che viene esercitato per il benessere della comunità.
Le riflessioni di Graeber e Sahlins si soffermano su quelle forme di potere che si esercitano in società tradizionali, dove alcuni poteri sono esercitati solo in un dato periodo, come in alcune tribù delle pianure americane, o solo all’interno di uno spazio, come avviene presso altre: in entrambi i casi il potere è limitato, ma proprio per questo è sacro, separato dal resto della società. È tale separazione, per quanto foriera di un limite all’agire, a dare al potere un carattere speciale.
Quando si parla di metaumani, metapersons in inglese, si intendono delle entità che hanno poteri e capacità superiori a quelle umane.
La parola metaumano, in senso più corrivo ma non del tutto slegato al significato precedente, viene usato per indicare nella fantascienza i supereroi o altri personaggi dotati di poteri o caratteri sovraumani.

Le strade della sovranità

La teoria di Graeber e Sahlins compie un rovesciamento rispetto a tante tesi degli ultimi secoli. Contro tutte le teorie che hanno visto nella concezione del mondo spirituale o degli dei un riflesso della società umana, i due antropologi sostengono invece che la regalità si sia plasmata su un modello divino. Per questo i re delle origini possiedono dei caratteri estranei al popolo che governano: hanno compiuto atti riprovevoli, vengono da lontano come conquistatori, sono estranei alle norme che regolano i comportamenti degli uomini normali.
La regalità ha sempre qualcosa di religioso e di metaumano, ma anche su questo terreno si compie una sorta di sfida tra il sovrano che vuole estendere il suo potere e il popolo che lo limita. Sahlins parla allora di una regalità divina, quella del re che cerca di rendersi potente come un dio, e di regalità sacra, quella di un re che esercita il suo potere solo in determinati ambiti.
Si tratta di due “traiettorie” lungo le quali si svolge il complesso gioco tra il potere della sovranità, ossia di dare ordini stando al di fuori della legalità, coloro che per qualche ragione la incarnano e altre figure che intendono limitarla. La strada della divinità è quella percorsa dai re vittoriosi, che hanno imposto la loro supremazia su una popolazione. La seconda è quella della sacralità, nella quale il re si trova limitato da molteplici vincoli.

Una chiave di lettura per il presente?

Negli ultimi anni l’antropologia si è spesso allontanata da discorsi generali. La riflessione di Graeber e Sahlins invece ha proprio l'aspetto di una teoria di grande respiro sulla regalità, consapevole dei molti debiti verso altri antropologi, filosofi e giuristi.
Per quanto non sia in grado (ma neppure lo pretenda) di mostrarci i percorsi storici del passaggio da società prive di Stato a società statuali e monarchiche, ci fornisce numerosi spunti per leggere in termini antropologici anche la realtà contemporanea. Con la nascita della regalità i re hanno sottratto certe qualità agli esseri superiori. È per questo che i re non sono mai considerati degli uomini puri e semplici. Anche nelle monarchie di oggi, essi esercitano un potere che contiene un residuo di questa origine extra umana. Il successivo passaggio alla sovranità popolare non è allora che un secondo scippo di potere, quello che secondo Graeber rende i re simili a “divinità malconce e indignate”.


Crediti immagine: King, from a group of Donor Figures including a King, Queen, and Prince, Francia 1350 circa (Wikimedia Commons)

Devi completare il CAPTCHA per poter pubblicare il tuo commento