La letteratura ha una forte connessione con la speranza, che emerge anche nelle storie più drammatiche e quando tutto sembra compromesso. Attraverso l’analisi di quattro testi, Andrea Tarabbia parla di personaggi che sono stati vittime delle peggiori ingiustizie e di gravi abusi, ma che sperano fino all’ultimo che il domani possa essere migliore.
La Costituzione non è solo un insieme di principi e regole validi qui e ora. È anche un progetto, una promessa e una visione di futuro. E qui sta il legame tra la Costituzione e la speranza: ce ne parla Francesca Faenza in questo video.
Che ruolo gioca la speranza in un percorso di assistenza psicologica? Claudio Fiocchi presenta le risposte a questa domanda degli psicoanalisti Erich Fromm e Stephen A. Mitchell.
Il digitale offre possibilità didattiche innovative per poter preparare lezioni e momenti di formazione più inclusivi e capaci di coinvolgere un maggior numero di alunne e alunni. Attraverso il riferimento ad alcune esperienze internazionali, Elisa Mandelli si concentra soprattutto sulle narrative e sugli strumenti di storytelling offerti dai linguaggi multimediali.
Le parole a disposizione di chi parla una lingua vanno spesso al di là delle grammatiche e delle regole formali. Attraverso l’analisi della famiglia lessicale di “speranza” Francesca Dragotto mostra che le lingue sono in un continuo cammino e che, sempre in un gioco di parole, chi parla può sì errare, ma senza necessariamente sbagliare.
Scegliere il presente e desiderare il futuro. Unica dea benigna per i poeti greci arcaici come Teognide, la speranza era vista dagli antichi come una sensazione di difficile definizione che si collocava tra desiderio e paura. Roberta Ioli traccia un profilo della speranza vista con gli occhi degli antichi che si avvale anche della filosofia di Socrate, Platone e Aristotele e che riflette su concetto di passato, presente e futuro.
Luigi Paini propone una rassegna composta da cinque film italiani sulle speranze, sulle illusioni e anche sulle disillusioni che hanno interessato alcuni momenti cruciali della storia d’Italia.
In quanto virtù teologale della religione cristiana, la speranza è stata protagonista di molte opere d’arte. Nel Cinquecento l’accademico Cesare Ripa la descrive in un testo fondamentale che arriva a influenzare anche lo scultore neoclassico Antonio Canova. All’inizio del Novecento Gustav Klimt ha dipinto due volte la speranza, scandalizzando per la sua interpretazione tra sacro e profano.
Per Seneca la via verso la saggezza è difficile. Anche la speranza può essere un ostacolo, soprattutto se viene indirizzata a obiettivi vani e privi di significato. Questo tipo di speranza, per Seneca, riconosce eccessiva importanza all’attesa, quindi al domani, e porta con sé paure: il saggio stoico, secondo Seneca, deve allenarsi a una speranza razionale, che dia valore al presente.
Secondo lo storico inglese Peter Burke, la storia della speranza si snoda tra quelli che definisce “momenti di euforia”. Partendo dal saggio di Burke, Aldo Carioli spiega il ruolo della speranza come motore inesauribile della storia e spesso delle rivoluzioni, tra le aspettative dei popoli e quelle dei singoli individui.
Nel Novecento i filosofi tedeschi Ernst Bloch ed Erich Fromm hanno approfondito il concetto di speranza derivante dalla filosofia di Karl Marx. Pur lasciando da parte alcuni capisaldi della filosofia marxista, i due mantengono la visione della speranza come praxis, antidoto agli eccessi e ai pericoli delle utopie e del nichilismo.
La prolessi è una figura retorica che consente a chi scrive di giocare d’anticipo e di rivelare sviluppi della trama sin dalle prime righe di un romanzo, incuriosendo chi legge. Andrea Tarabbia ci spiega come funziona e come può innescare un gioco tra chi scrive e chi legge.