Aula di Lettere

Aula di Lettere

Percorsi nel mondo umanistico

Sezioni
Accad(d)e che
Come te lo spiego
Interventi d'autore
Il passato ci parla
Sentieri di parole
Nuovo Cinema Paini
Storia di oggi
Le figure retoriche
Gli antichi e noi
Idee didattiche digitali
Le parole dei media
Dall'archivio
Tutti i temi del mese
Materie
Italiano
Lettere classiche
Storia e Geografia
Filosofia
Storia dell'arte
Scienze umane
Podcast
Chi siamo
Cerca
Accad(d)e che

23 gennaio 1944: muore Edvard Munch

In occasione dell’anniversario, il Palazzo Reale di Milano ospiterà una grande mostra monografica che aprirà al pubblico a settembre 2024

leggi

Il 23 gennaio ricorre l’ottantesimo anniversario della morte di Edvard Munch, pittore e incisore norvegese, esponente del simbolismo e tra i pionieri dell’espressionismo. Il suo dipinto più famoso, “L’Urlo”, è ritenuto un simbolo dell’angoscia moderna.

Nato il 12 dicembre 1863, Munch trascorre un’infanzia segnata da lutti e malattie. La madre muore di tubercolosi quando Edvard ha cinque anni, ed egli stesso rischia la vita più di una volta. Costretto a letto per diversi inverni, non frequenta la scuola ma viene istruito a casa. Questa circostanza gli dà la possibilità di coltivare la sua passione per il disegno fin da piccolo, tanto che all’età di 17 anni scrive nel suo diario: “Ho ormai preso la decisione di diventare un pittore”. Nel 1880 si iscrive alla Scuola Reale d'Arte e Design di Kristiania (oggi Oslo) e fattore importante per il suo sviluppo artistico è la frequentazione della Bohème di Kristiania, un circolo di scrittori e artisti locali. Tuttavia, egli supera rapidamente l’estetica naturalista prevalente a Oslo, in particolare assimilando l’influenza dell’impressionismo e del post-impressionismo francese ricevuta durante i viaggi a Parigi.

Il suo stile si definisce in modo più chiaro intorno al 1892. L'uso della linea nei suoi nuovi dipinti è simile a quello dell'Art Nouveau contemporanea, ma per Munch la linea diventa veicolo di una profonda rivelazione psicologica. Le immagini non convenzionali, in particolare le rappresentazioni della sessualità, e le emozioni violente espresse, accendono un'aspra polemica sia in Norvegia sia a Berlino, dove nel 1892 viene invitato a esporre un gran numero di opere. Anche la sua tecnica viene criticata, perché considerata incompiuta. Lo scandalo, tuttavia, contribuisce a far conoscere il suo nome in tutta la Germania. Vive a Berlino tra il 1892 e il 1895, a Parigi nel 1896-97, e continua a viaggiare molto fino a stabilirsi in Norvegia nel 1910.

Tra il 1908 e il 1909 Munch soffre di un esaurimento nervoso e in seguito la sua arte diventa più positiva ed estroversa. Tuttavia, il suo contributo all’arte moderna si deve soprattutto alle sue opere degli anni Novanta del XIX secolo, in cui dà forma a forze psichiche misteriose e pericolose. Alla sua morte, Munch lascia in eredità il suo patrimonio e tutti i dipinti, le stampe e i disegni in suo possesso alla città di Oslo.  Dal 1963, le opere sono conservate presso il MUNCH Museet, inaugurato nel centenario della nascita dell’artista. Il museo dal 2021 ha una nuova sede sul lungomare di Oslo.

In occasione dell’anniversario della morte, Palazzo Reale, a Milano, ospiterà una grande mostra monografica su Munch, che aprirà al pubblico a settembre 2024. L’esposizione sarà dedicata al periodo compreso tra il 1880 e la morte dell’artista e ospiterà 100 opere provenienti dal MUNCH Museet.

Per un approfondimento sulla vita di Edvard Munch (in inglese) clicca qui e qui

Crediti immagini
Homepage:
Edward Munch, Autoritratto con sigaretta, 1895. Nasjonalmuseet, Oslo. Fotografia di Børre Høstland (Wikimedia Commons)
Apertura: Edvard Munch, Ragazze sul ponte, 1902. Nasjonalmuseet, Oslo. Fotografia di Børre Høstland (Wikimedia Commons)