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Dio del grembo dio del mare
Che mi guidasti a navigare
Dio nostra stella solitaria
E dio del fumo dio dell'aria
Dio con te stesso ricongiunto
Nel vano punto del tuo punto
O via improbabile d'uscita
Dal buio d'una scissa vita
Tra recto e verso in te filtrando
Nel deserto del tuo bianco
Portaci al tuo riposo covo
Tra guscio e pelle intatto uovo
Dove di noi sorride e sta
La minima tua verità
[...]Giovanni Giudici, Aspirazioni
Il polittoto (o poliptoto, l’accento è sempre sulla seconda o) è una strana figura, che può avere anche risvolti bizzarri e divertenti. Si basa su un principio molto semplice: ripete la stessa parola, ma assegnandole una diversa funzione sintattica. Insomma: facciamo un polittoto quando ci mettiamo gomito a gomito con qualcuno, o quando stiamo con le mani in mano o ci guardiamo con gli occhi negli occhi.
Attenzione però. Non vorrei che dagli esempi che ho appena proposto qualcuno pensasse che si può fare un polittoto soltanto con le parti del corpo umano. Il polittoto, infatti, è usato parecchio nella pubblicità e in certi slogan che con il corpo umano non hanno niente a che fare: Vietato vietare, per esempio, o Amare l’amore.
Infine, ancora attenzione: il polittoto è parente stretto di due figure di cui abbiamo già parlato in passato, la figura etimologica e la paronomasia.
(Crediti immagine: Flickr)