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Museo Ninfeo: un nuovo tassello di Roma antica

Nella sede Enpam all'Esquilino apre al pubblico una finestra sugli Horti Lamiani
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Nel cuore dell'Esquilino torna in vita un pezzo degli Horti Lamiani, sontuosa residenza privata di età romana costruita dal console Lucio Elio Lamia all’inizio del I secolo d.C. Durante i lavori per la nuova sede dell'Enpam (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri) a Piazza Vittorio Emanuele, sono infatti venuti alla luce una piazza con un ninfeo, che sono stati incorporati all’interno di un’area museale di oltre 100 metri quadrati, il “Museo Ninfeo”. Divenuta ben presto di proprietà imperiale, la residenza degli Horti Lamiani fu personalizzata da molti imperatori, tra i quali Claudio, Caligola, Alessandro Severo, che a turno ne modificarono gli spazi, arricchendoli con giardini lussureggianti, statue di animali selvatici e di piante esotiche. Gli Horti erano ispirati ai palazzi reali dell’oriente ellenistico, e ospitavano edifici decorati da marmi pregiati, tempietti, giardini, piazze e boschetti. Il lusso e la ricercatezza nella decorazioni conferiva a questi spazi un aspetto di magnificenza e sacralità.  
  Lo scavo di 30.000 metri cubi di stratificazione archeologica ha portato alla luce 100.000 frammenti di ceramica, 42.000 di marmo, e una quantità enorme di altri reperti, fra cui intonaci dipinti, un piccolo biberon in terracotta a forma di maialino, ossa di animali domestici, ostriche e conchiglie. I reperti permettono di conoscere le vicende di donne e uomini che abitarono il colle Esquilino, scoprire i cibi che mangiavano, gli oggetti usati nella vita di tutti i giorni, le anfore che trasportavano vino, olio e conserve di pesce da ogni angolo del Mediterraneo. Il percorso permette di osservare le più diffuse ceramiche utilizzate per la preparazione, la cottura e la conservazione dei cibi, gli stili decorativi pittorici e marmorei, e vedere come cambiarono attraverso i secoli adattandosi a nuovi gusti e nuove mode. Tra i ritrovamenti più pregiati e delicati vi sono due teste femminili realizzate con un impasto fatto di polvere di marmo. I volti sono caratterizzati da occhi incavati, profondi riccioli dei capelli, e alcune tracce di colore, blu negli occhi e rosso nella capigliatura. Si tratta di due maschere del teatro greco, riconoscibili come personaggi della tragedia per l’espressione del volto, colto in un grido di terrore. Altri reperti rari sono le quattro ciotoline che hanno ancora sul fondo i resti dei pigmenti colorati usati per dipingere un affresco di 15 metri (ricostruito a partire da 90.000 frammenti), una monumentale scala ricurva in marmo (parte di un impianto idrico con il nome dell'imperatore Claudio impresso sui tubi di piombo), e semi di piante esotiche in arrivo da Egitto e Asia minore. Il Museo Ninfeo sarà visitabile su prenotazione a partire dagli open day del 30 e 31 ottobre, e sarà definitivamente aperto al pubblico il 6 novembre. La struttura è stata dedicata simbolicamente ai 363 medici caduti nell'esercizio della loro professione durante l’epidemia di coronavirus in Italia.
Per consultare il sito ufficiale del Museo Ninfeo clicca qui
  (Crediti immagini: museoninfeo.it, museoninfeo.it)  
Ninfeo_Roma_Horti
Ninfeo_Roma_Anfora

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