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11 marzo 1924: nasce Franco Basaglia

Ricorre quest’anno il centenario della nascita dello psichiatra che ha rivoluzionato l’approccio alla cura dei disturbi mentali

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L’11 marzo di cento anni fa nasceva a Venezia Franco Basaglia. Ispiratore della legge 180/1978, Basaglia ha rivoluzionato il concetto di salute mentale e la disciplina psichiatrica, promuovendo trasformazioni radicali nel trattamento delle persone con disagio psichico.

Dopo aver conseguito la maturità classica a Venezia, si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia di Padova, sviluppando un interesse per la psichiatria già durante il corso di laurea. Ottenuto il titolo nel 1949, frequentò la scuola di specializzazione in “malattie nervose e mentali” presso la clinica neuropsichiatrica di Padova, che concluse nel 1953. Si indirizzò inizialmente verso la carriera accademica, diventando assistente presso la stessa clinica. Tuttavia, dopo una prima fase in cui cercò di adattarsi al modello di ricerca prevalente a Padova e in tutta Italia in quegli anni, iniziò a distaccarsene e nel 1959 lasciò la posizione di assistente. Il suo interesse per il pensiero fenomenologico esistenziale, lo avevano infatti portato ad allontanarsi dalla cultura psichiatrica italiana del tempo.

Nel 1959 si trasferì a Gorizia per dirigere l’ospedale psichiatrico, un’esperienza che rappresenterà una delle tappe più importanti del suo percorso. Entrato in contatto con una realtà che fino a quel momento non aveva avuto modo di conoscere, iniziò ben presto a percepire alcune regole e consuetudini come strumenti di violenza coercitiva. Avviò quindi un processo di trasformazione per convertire la struttura da un’organizzazione rigida e istituzionalizzata a una più aperta e basata sul rapporto umano. Introdusse diverse misure, come quelle rivolte a ridurre la contenzione meccanica e ad abbattere le barriere fisiche. La sua esperienza a Gorizia è raccontata nel volume “L'istituzione negata. Rapporto da un ospedale psichiatrico”, pubblicato nel 1968.

Dal 1970 al 1971 diresse l’ospedale di Colorno, in provincia di Parma, e nel 1971 assunse la direzione dell’ospedale di Trieste. Qui riprese i temi già sviluppati a Gorizia, iniziando il processo che avrebbe portato la psichiatria fuori dai manicomi.  Solo due anni più tardi, nel 1973, la città di Trieste venne riconosciuta come “zona pilota per la ricerca psichiatrica” dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Nello stesso anno, Basaglia fondò il movimento “Psichiatria Democratica”, a cui aderirono non solo operatori, ma anche familiari di persone con disagio psichico e rappresentanti della cultura.

Il processo avviato a Trieste portò allo smantellamento dell’istituto che venne chiuso definitivamente nel 1977. Di lì a poco, venne approvata dal Parlamento la legge 13 maggio 1978, n. 180, "Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori", spesso definita “legge Basaglia”, che prevedeva la chiusura degli ospedali psichiatrici e spostava il centro della cura della salute mentale sul territorio, ma istituendo dei piccoli reparti psichiatrici all’interno degli ospedali generali.

Nel 1979 Basaglia si trasferì a Roma, come coordinatore dei servizi psichiatrici della Regione Lazio. Ammalatosi pochi mesi più tardi, morì a Venezia il 29 agosto 1980 a causa di un tumore.

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Crediti immagini
Homepage e apertura:
Telemaco Signorini, La sala delle agitate al San Bonifazio in Firenze, 1865. Venezia, Galleria d'arte moderna di Ca' Pesaro. (Wikimedia Commons)