Ragione e inconscio: nella Commedia di Dante convivono diverse apparenti contraddizioni, tra cui le due grandi direttrici che hanno caratterizzato la cultura europea fino ai giorni nostri. Il conflitto tra razionalità e misticismo in Dante è presente in un testo del sociologo Georg Simmel e in un libro dello psicanalista Gustav Jung. Il primo è interessato a indagare a fondo la cultura del Trecento, il secondo interroga i simboli e gli archetipi che emergono dalla Commedia.
A partire da un ritratto di Dante attribuito a Giotto, Chiara Pilati propone un excursus nella storia dell’arte analizzando le opere di artisti che hanno dipinto o raffigurato Dante. Artisti che hanno scelto di confrontarsi con il viso e con il corpo di Dante più che con la sua opera che, inevitabilmente, ha spesso oscurato l’autore stesso.
Quando è nato il Purgatorio? Dante lo rappresenta per la prima volta come un luogo autonomo, una montagna costituita da cornici concentriche e presidiate da angeli. La produzione di splendide illustrazioni in miniatura, iniziata fin dalle prime copie manoscritte, dimostra la grande diffusione del poema, il cui corredo figurativo costituisce una vera e propria opera di divulgazione visiva.
Dall’11 febbraio Palazzo Bonaparte ospita l’esposizione dedicata al “Grido Interiore”
Segnata da drammi familiari e da una grave depressione, mentre l’Europa si avvia agli orrori della Seconda guerra mondiale, l’artista tedesca (ed ebrea) di origini francesi Charlotte Salomon riesce a trovare la salvezza in un’opera che sembra anticipare le moderne graphic novel, dal titolo Vita? O teatro? Quando la persecuzione nazista si fa feroce, Salomon trova rifugio in una città francese ma non riesce a sfuggire a un destino tragico.
Le storie raccontate dalla settima arte si rivelano cruciali nel riuscire a portare avanti la memoria grazie alla forza, e talvolta anche alla crudezza, delle immagini. Luigi Paini propone una rassegna di 5 film che, attraverso 5 storie diverse, mostrano cos’è stata la Shoah: orrore, complicità, crudeltà.
Nel 1960 una recensione del critico francese Jacques Rivette stroncò il film Kapò, ambientato in un campo di concentramento, poiché a suo dire spettacolarizzava quell’evento tragico senza riuscire a dar senso storico ed etico a quelle scene. La Shoah è poi stata oggetto anche di numerose serie televisive: Elisa Mandelli propone l’analisi di tre serie per mostrare differenti scelte di sceneggiature e di linguaggi per trattare un tema così drammatico.
L’arte ha raccontato tragedie e ingiustizie: la violenza di genere non fa eccezione. Chiara Pilati propone una rassegna di opere su atti di violenza e sopraffazione maschile sulle donne, dal ‘500 ai giorni nostri.
Luigi Paini propone una rassegna di cinque film che hanno saputo raccontare la violenza sulle donne mantenendo un grande rispetto per le vittime di quelle violenze. Si parte da un film recente, Vermiglio di Laura Delpero e si arriva a Spielberg, passando anche per un classico del neorealismo e per due film girati quando il cinema non era ancora sonoro.
In quanto virtù teologale della religione cristiana, la speranza è stata protagonista di molte opere d’arte. Nel Cinquecento l’accademico Cesare Ripa la descrive in un testo fondamentale che arriva a influenzare anche lo scultore neoclassico Antonio Canova. All’inizio del Novecento Gustav Klimt ha dipinto due volte la speranza, scandalizzando per la sua interpretazione tra sacro e profano.
Luigi Paini propone una rassegna composta da cinque film italiani sulle speranze, sulle illusioni e anche sulle disillusioni che hanno interessato alcuni momenti cruciali della storia d’Italia.
Chiara Pilati racconta come Cubismo, Futurismo, Espressionismo, Dada e Surrealismo abbiano ridefinito il concetto di opera d’arte all'inizio del "secolo breve".
La prospettiva scientifica rivoluziona l’arte occidentale e definisce uno dei canoni estetici più riconosciuti del Rinascimento italiano. Chiara Pilati propone una rassegna di artisti e opere che, da Giotto a Cézanne, definiscono i secoli dell’era moderna.
Sia il modo in cui il mondo è interpretato il mondo che lo sguardo dietro la macchina da presa sono prospettive, nel cinema. Approfondisce questo concetto Luigi Paini, attraverso l’analisi di alcuni lungometraggi che hanno fatto la storia del cinema.
Inizialmente il movimento futurista fu accusato di antifemminismo e misoginia. Grazie all’apporto di alcune artiste come Benedetta Cappa e Rosa Rosà però, le donne desiderose di dimostrare la loro indipendenza e di affermarsi oltre il ruolo di casalinga e madre poterono muoversi concretamente in quella direzione proprio aderendo al Futurismo.
Prima, durante e dopo la Shoah: il cinema di oggi fornisce uno sguardo retrospettivo sulla tragedia, ma alcuni film l’hanno anticipata e anche favorita, come un film antisemita tedesco del 1940.
Felka Platek e Felix Nussbaum erano una coppia di coniugi ebrei che vissero sulla loro pelle la Shoah e la rappresentarono nelle loro opere pittoriche.
Esiste l'arte dopo Auschwitz? In questo percorso vediamo alcuni esempi di arte (sculture e architetture in particolare) sorti da una profonda riflessione sui drammatici eventi della Seconda Guerra Mondiale: il Museo Ebraico di Berlino, i Monumenti alle vittime ebraiche di Vienna e Berlino, l'installazione "Personnes" di Parigi
Il progetto espositivo mette a confronto “Il Parasole” con la “Buona Ventura”
L'invenzione della stampa a caratteri mobili offrì la possibilità di riprodurre sui libri anche le opere d'arte. L'atteggiamento degli artisti nei confronti delle incisioni fu dapprima di diffidenza, salvo poi capirne le potenzialità fino a darne dignità artistica