Nel mondo romano le pratiche divinatorie erano parte integrante della religione, con almeno tre organismi statali dedicati: àuguri, arùspici e quindecemviri sacris faciundis. Michela Mariotti esamina le tecniche di predizione del futuro romane ma anche i movimenti contrari alla divinazione nel mondo antico.
Il futuro nei film è specialità del genere fantascientifico. 2001: Odissea nello spazio ne rappresenta un manifesto, mentre il recente The Creator immagina una catastrofe globale causata dall’IA. Tracce di futuro si possono trovare in molte altre opere, le più varie: Luigi Paini analizza Il giudizio universale di De Sica, i biografici Jobs e The Social Network, e il geniale Accadde domani del 1944.
La letteratura è in grado di prevedere il futuro? In un certo senso sì. Il progetto tedesco “Cassandra” e le ricerche del filone “diritto e letteratura” negli Stati Uniti cercano di anticipare il futuro attraverso lo studio scientifico della letteratura per poter prevenire conflitti armati o applicazioni del diritto afflitte da pregiudizi.
L’usanza di ricavare profezie dalle Sacre Scritture ha una storia molto antica: fin dall’inizio dell’era cristiana religiosi e laici hanno cercato nel testo biblico indicazioni sulla fine dei tempi. Carlo Baja Guarienti analizza le profezie rinascimentali e altri profetismi che derivano dall’antichissima propensione dei gruppi umani a interrogarsi sul futuro.
Se il tempo in sé è un enigma, ancora più inestricabile è per noi l’enigma del futuro. Nelle lingue antiche l’espressione del concetto di futuro è complessa: Roberta Ioli ne offre un’analisi sia per il latino che per il greco.
Chiara Pilati racconta Banksy: l’artista invisibile che ha riempito i muri di tutto il mondo con le sue immagini ironiche e dissacranti, che ha toccato temi tanto attuali quanto scottanti e che ci ha fatto riflettere sui grandi problemi del presente e del futuro.
Analizzando la serie Black Mirror, ormai arrivata alla sesta stagione, Elisa Mandelli si focalizza sul concetto di futuro legato alla tecnologia nella serialità contemporanea.
Soffermandosi sul lavoro del filosofo Luciano Floridi, Beatrice Collina analizza da un punto di vista filosofico le implicazioni sull’essere umano di nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale.
“E vissero felici e contenti”. Il finale delle storie spesso tratteggia il futuro dei protagonisti, ma paradossalmente questo futuro non ci interessa e viene risolto con poche parole. Andrea Tarabbia delinea i tipi di finali delle storie e mostra che nella letteratura molte di esse non hanno vita oltre l’ultima pagina: per loro non c’è davvero futuro.
Benché spesso parli del passato e per gli studenti sia un lungo presente, la vera dimensione della scuola è il futuro, perché il suo scopo è formare le future generazioni.
In questo “sentiero” dedicato al futuro, Francesca Dragotto torna a riflettere sul legame tra linguaggio e percezione della realtà: parlare una lingua può portarci a vedere e immaginare un futuro che non vedremmo se ne parlassimo un’altra.
L’epistrofe o epifora è la figura retorica che si forma posizionando la stessa parola alla fine di un verso o di una frase.