Speciale Italo Calvino
Speciale in occasione del centenario della nascita di Italo Calvino (15 ottobre 1923)
Claudio Fiocchi si sofferma sulla natura “aracnoidea” delle fiabe, partendo da una definizione di Italo Calvino che deriva dal fatto che le immagini e le metafore delle fiabe avvolgono la mente del narratore e dell’ascoltatore in una trama sottile e invisibile come una ragnatela.
In questo intervento d’autore, Massimo Birattari illustra le scelte lessicali e narrative di Italo Calvino analizzando il racconto “Il marmo e il sangue”, contenuto in Palomar.
Francesca Dragotto percorre un sentiero di parole avviato dal lemma “perplessità”, molto legato a Italo Calvino, e che si conclude con un neologismo inventato da un personaggio di Corrado Guzzanti, ovvero “perplimere”.
Roberta Ioli analizza l’uso che Calvino fa del concetto di leggerezza attraverso un viaggio nelle origini antiche del termine.
“Atlante Calvino: letteratura e visualizzazione” è una piattaforma web dedicata all’analisi e all’esplorazione dell’opera narrativa di Italo Calvino. Elisa Mandelli ne analizza le funzioni e le possibilità.
Michela Mariotti si concentra sulla prima delle Lezioni americane di Calvino, “Leggerezza”. In questo testo Calvino è sulle tracce di Ovidio e propone un’idea di letteratura in grado di attraversare i secoli.
Italo Calvino, come altri intellettuali italiani, decise di uscire dal Partito Comunista Italiano nel 1957. Calvino aveva in precedenza convintamente aderito al Pci, e le ragioni che lo hanno portato ad abbandonare il partito hanno poi influenzato anche la sua attività letteraria.
Cos’hanno in comune Italo Calvino, Giorgio De Chirico ed Eugène Delacroix? Partendo dal presupposto che le opere d’arte, come i romanzi, raccontano sempre delle storie, Valentina Casarotto fa dialogare Calvino con le opere di questi due grandi artisti.
In Palomar (1983) una delle ultime opere di Italo Calvino, lo scrittore affronta problemi epistemologici, il tema della relazione tra le parole e il loro significato, e il posto degli esseri umani nell’universo. Ce ne parla Beatrice Collina.
L’adynaton è una figura retorica simile all’iperbole, ma ne è un’esasperazione, come quando si dice: “È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago...”